TL;DR ascolta il podcast
Questa riflessione, destinata a un post del mio blog e a un podcast, si concentra su un concetto forse audace, ma su cui è fondamentale soffermarsi: preferisco il disaccordo con persone intelligenti piuttosto che l’accordo incondizionato con chi reputo meno brillante.
Il mio punto è chiaro: non amo confrontarmi con chi rifiuta il confronto o la ragione. Questo vale per ogni aspetto della mia vita, dal lavoro ai rapporti personali. A sessant’anni, non sento più il bisogno di piacere a tutti. Desidero impiegare il mio tempo libero, quello dedicato al relax e al dialogo, con persone che stimo e rispetto intellettualmente.
Il problema del confronto sterile
In una discussione, con una persona intelligente si può dialogare, si può arrivare a un confronto costruttivo, anche mantenendo le proprie posizioni, o arricchendosi reciprocamente. Al contrario, quando mi imbatto in chi non riesce a sostenere un dialogo o propone ragionamenti superficiali, mi sento a disagio. Non ho piacere a prolungare il tempo con queste persone, né tantomeno a intavolare discussioni, che sarebbero inutili.
Non si tratta di snobismo, né della pretesa che ogni persona incontrata ci piaccia. Parlo qui di individui con cui scelgo di intrattenermi e con cui condivido il mio tempo. Sul lavoro, ovviamente, si è spesso costretti a interagire con una varietà di persone. Tuttavia, si può sempre definire il livello di coinvolgimento e la qualità della relazione.
Red Flag e rapporti professionali: saper scegliere con chi confrontarsi
Richiamo qui il concetto di “Red Flag” già affrontato in un mio precedente articolo: quei segnali, fin dai primi scambi, che indicano un certo atteggiamento, una visione o un metodo di ragionamento. Lo stesso vale per i rapporti con fornitori, collaboratori o agenzie che, per negligenza o disinteresse, non si curano di comprendere le informazioni fornite, come ho raccontato nel post dedicato ai rapporti con colleghi e partner. Questi comportamenti per me rappresentano ostacoli alla relazione e alla comprensione.
Il mio intento non è insegnare, ma semplicemente segnalare una “red flag”: quando l’interlocutore non comprende, non vuole comprendere, non motiva le sue decisioni o non è aperto allo scambio. In questi casi, la mia conclusione è: “red flag, scappa”. Non ho alcun interesse a interagire.
Conclusione: scegliere la qualità del confronto
In definitiva, la mia non è una dichiarazione di superiorità intellettuale, ma una scelta di campo. Scelgo di circondarmi di persone che mi stimolino, che mi mettano in discussione, che mi costringano a pensare. Anche a costo di un disaccordo. Perché un disaccordo intelligente è mille volte più prezioso di un consenso superficiale e acritico. È da lì che nascono le idee migliori, le soluzioni più innovative e, in fondo, la vera crescita personale e professionale.